Fattore S “Una bella spianata”
24 aprile 2025: un giorno destinato a essere ricordato per sempre come uno dei più gloriosamente sfigati di tutta la storia dell’orienteering italiano.
Chi, come noi, corre nella foresta, impara presto a essere responsabile dei propri errori, a riconoscere senza scuse una scelta sbagliata o un momento di distrazione. Tuttavia, malgrado la buona volontà e la preparazione, a volte la Sfiga ha in serbo per noi spiacevoli imprevisti che, disgraziatamente, sfuggono al nostro controllo.
E questa volta, l’imprevisto non è arrivato lungo il percorso durante una gara… ma ancora prima della partenza.
La nostra trasferta in Calabria, organizzata per partecipare alle gare valide per la Coppa Italia e i Campionati Italiani, ha preso una direzione tutta sua.
Tutto era pronto, ma il destino aveva altri piani: l’agenzia di viaggi a cui ci eravamo affidati si era a sua volta appoggiata a un’altra agenzia… che ha richiesto il pullman a un paio di “autisti” che, per usare un grosso eufemismo, non si sono esattamente rivelati un sinonimo di affidabilità.
Fino alla mattina stessa sembrava tutto sotto controllo: risposte cordiali, rassicurazioni su orari e dettagli.
Poi, come da copione, le chiamate sono finite nel nulla…
Ed è a quel punto che abbiamo avuto la certezza: più che autisti, dei grandissimi figli di…
Risultato? Nessun pullman. Nessun viaggio di gruppo.
Insieme a noi, coinvolti nella disavventura, c’erano anche i nostri amici dell’Orienteering Tarzo e alcuni altri atleti di diverse società.
Da bravi orientisti, non ci siamo arresi subito: abbiamo cercato ogni possibile soluzione nel tentativo di salvare la trasferta.
Sono seguite quattro ore condite da telefonate frenetiche, incroci di informazioni, piccoli spiragli di speranza… e qualche bugia pietosa detta, si spera, in buona fede.
Alla fine, però, abbiamo dovuto accettare l’evidenza…
C’è chi, a quel punto, ha pensato di affogare dispiacere, rabbia e frustrazione nell’alcol… una soluzione forse non proprio “sportiva”, ma, date le circostanze, umanamente comprensibile.
Benchè ancora amareggiati da quanto accaduto, molti dei nostri si sono ritrovati due giorni dopo nei boschi del Cansiglio per un buon allenamento collettivo: una piccola “marcia di riscatto” tra dislivelli veri e lanterne… nascoste alla luce del sole.
Nonostante questo incredibile rovescio di fortuna — altrimenti detto, non senza una certa volgarità, “grandissima inculata” — cinque dei nostri atleti, che si erano organizzati autonomamente, sono comunque riusciti, dopo uno dei viaggi più estenuanti della loro carriera, a raggiungere il sud e a difendere, per come hanno potuto, i colori dell’Orienteering Galilei.
Le gare, a detta dei nostri eroi, pare siano state impegnative sia da un punto di vista fisico che tecnico.
I boschi, davvero spettacolari a vedersi, nascondevano un dislivello come non se ne vedono spesso.
Nella Long del 25 aprile, rispettivamente nella categoria WA e MA, Marta e Luca si sono piazzati al primo posto, mentre il 27 aprile, nella Middle, Marco ha coronato il suo impegno con un ottimo secondo posto nella MB.
Ma la gara più tosta?
Per assurdo, la Sprint: non solo la mappa era estremamente complicata da leggere, non solo il paesino era un autentico labirinto di scale…
ma correre una gara del genere dopo una Long… semplicemente, non per deboli di cuore (o di fiato)!
Il danno più grande di tutta la faccenda non è stato quello economico: benché non trascurabili, non sono i costi del viaggio, dell’alloggio o delle iscrizioni saltate a pesare di più…
ma la delusione di non essere riusciti a partire tutti insieme, di non aver potuto condividere la fatica, le risate, la tensione delle gare e il piacere di stare insieme come squadra…
Ma il bello dello sport, e dell’orienteering in particolare, è che ti insegna a rialzarti, a ripartire e ti dà sempre nuove occasioni.
E noi, di certo, sapremo coglierle.
-Leonardo Scapin